venerdì 11 settembre 2009

G.A.S. Gruppi di Acquisto solidali

Questo fine Agosto l'ho passato in Francia in un incontro - gemellaggio con i G.A.S. Francesi che si chiamano A.M.A.P.
Ma cosa sono i G.A.S. ?
Gas è l'acronimo di gruppi di acquisto solidali e non sono come si può pensare dalla parola ...gruppi per acquistare conveniente e a basso prezzo ma gruppi che cercano di evitare l'acquisto e lo strapotere dei supermercati che acquistano a bassissimo prezzo prodotti spesso esteri e spesso alimenti trattati con pesticidi, diserbanti, OGM etc...Questo sistema dei supermercati causa in sostanza queste conseguenze :
1 ) Delocalizzazione del lavoro a causa dell'acquisto sempre più ricorrente di alimenti di provenienza dall'est o da molto lontano per abbassare sempre di più il costo d'acquisto degli alimenti rispetto al prodotto italiano.
2 ) scarsa qualità degli alimenti acquisiti dal produttore dovuta all'uso di sostanze donnose e non naturali e scarso controllo delle tecniche e le modalità di produzione dovute alla distanza.
3 ) Strozzare i produttori italiani che vogliono lavorare con le grandi catene di distribuzione .

Creare gruppi di acquisto solidali significa ( tramite anche la filiera corta ossia minori costi di trasporto, imballaggio, intermediazione etc..) cercare di rendere più competitivi i prodotti locali per l'effetto dell'acquisto congiunto. In tal modo è inoltre possibile verificare la qualità dei prodotti per la vicinanza dei fornitori e/o produttori.
Importante infatti per tutti i gassisti è quello di ricevere prodotti biologici, non trattati con sostanze chimiche.
Nella vacanza-gemellaggio abbiamo visitato anche alcune imprese produttrici locali utilizzate dagli A.M.A.P.

Verbale del gemellaggio :

L’esperienza e il progetto dell’AMAP (Association pour le Maintien d'une Agriculture Paysanne) è fondamentalmente basata sul contratto fornitore-consumatore, e sulla produzione annuale realizzata dal produttore biologico scelto a seconda anche della quantità richiesta dagli amappisti, stabilita con un contratto scritto fra produttore e consumatore di cui l'Amap in generale si fa garante del suo corretto svolgimento, efficacia e soddisfacimento reciproco (non vi è una vera scelta dagli amappisti relativamente al tipo di verdure da piantare).
Il produttore fa una lista di prodotti che tenga conto anche della biodiversità e delle produzioni locali, nonché del recupero di specie che venivano coltivate una volta e ormai poco diffuse.
Ogni consumatore all’inizio della stagione stipula diversi contratti, ognuno per ciascun produttore, nei quali stabilisce la quantità di merce che acquisterà (ad es. per la verdura si può scegliere tra paniere piccolo, medio, grande). Il ruolo dell’AMAP in questa fase è solo quello di controllare le formalità del contratto, nonché la qualità della filiera.
Prima di scegliere un produttore avviene una selezione, attraverso la quale l’AMAP viene a conoscenza della mentalità del produttore stesso, delle modalità di coltivazione o allevamento, e la scelta viene anche fatta nella prospettiva di incentivare e aiutare la eventuale conversione del produttore verso una modalità biologica, stipulando un rapporto di fiducia che verrà approfondito e migliorato anche attraverso appositi corsi di formazione organizzati dall’Alliance degli AMAP esistente a livello regionale e provinciale finanziato anche da sovvenzioni publiche oltre che da parte della quota di ingresso per entrare negli Amap che ammonta per il nostro caso a circa 10 euro l'anno.
Il pagamento dei prodotti è fatto all’inizio dell’anno attraverso l’emissione di un numero di assegni pari alle mensilità previste dal contratto, con data dei primi dell'anno, che verranno man mano incassati dal produttore mese per mese(a scelta del consumatore è possibile anche richiedere l’incasso degli assegni con scadenza trimestrale o il pagamento in un’unica soluzione senza però ulteriori sconti rispetto al prezzo fissato).
Il fatto di avere gli assegni in mano, anche se incassati man mano nel tempo, dà al produttore la garanzia di avere delle entrate sicure per un periodo di tempo determinato e di programmare i ritmi e la gestione del suo lavoro e dei dipendenti assunti, sollevandolo da accendere debiti onerosi con istituzioni finanziarie e bancarie.
Ogni produttore rilascia regolare ricevuta fiscale all’acquirente.
Il punto di ritiro è organizzato dall’AMAP in locali messi a disposizione dal Comune (questo per l’AMAP di Condrieu), attraverso la partecipazione diretta del produttore che provvede alla distribuzione con l'aiuto di un amappista ogni volta a rotazione (che diventeranno probabilmente due a breve per l’AMAP di Condrieu). Uno dei sei amappisti facenti parte del consiglio di amministrazione del nostro Amap si incarica di aprire la sede, portare i documenti e il registro delle note della giornata, mentre un altro chiude il locale facendo il punto della situazione, agggiornando il registro con note personali e manda un e-mail ai due responsabili dei rapporti con tutti gli amappisti.
Durante la distribuzione l’atmosfera è molto cordiale, c’è molta partecipazione e uno scambio continuo tra amappisti e produttore, con un forte riconoscimento del lavoro del produttore e compartecipazione emotiva, elementi che consentono al produttore di sentirsi apprezzato e ripagato per il suo lavoro.
Siamo venuti altresì a conoscenza dell’esistenza della cooperativa ALTER CONSO di Lione, che non è un Amap, dove circa il 10-15% del giro d’affari del produttore viene versato alla cooperativa per pagare lo stipendio di un dipendente ogni 100 partecipanti (attualmente 800 con 8 stipendiati per gestire i rapporti tra produttori e consumatori).
Il singolo amappista paga 10 Euro all’anno, di cui 5 vanno ad Alliance, vale a dire la struttura degli AMAP a livello regionale, che usufruisce altresì di finanziamenti da parte dello Stato e della Regione, che ha il compito di organizzare (con 3 dipendenti) corsi di formazione/informazione per i produttori con corsi di agricoltura biologica etc., 1 Euro va all'organizzazione AMAP a livello provinciale e 4 restano a quello locale per organizzare eventuali visite guidate, aperitivi, assemblee ecc…
Poiché l’AMAP è un’associazione, l’assemblea generale si svolge una volta all’anno per stabilire cosa si vuole cambiare nell’organizzazione (ad es. quest’anno il contratto delle verdure è stato cambiato da 6 mesi di durata a 1 anno).Non ci sono altre assemblee o riunioni mensili o quant'altro se non in occasioni sporadiche, oltre il fatto di incontrarsi al punto di ritiro, come ad esempio visite aziendali di cui la nostra presenza è stato stimolo per fare insieme un bel picnic sul fiume e ben tre interessanti visite ad altrettanti produttori in un sol giorno (!) nel parco del Pilat.
Le consegne dei prodotti presso l’AMAP di Condrieu attualmente sono così sviluppate:
SETTIMANALE: verdura, pane;
QUINDICINALE: formaggio, polli, uova;
OGNI 3 SETTIMANE: maiale, salumi;
MENSILE: miele, dolci al miele;
TRIMESTRALE: agnello.
Non hanno altri produttori o prodotti nel loro paniere se non sporadici (vino bio per esempio).
Su invito, hanno occasionali rapporti con altre associazioni come la Bottega equo solidale soprattutto per farla conoscere, ma non per farla integrare nell’AMAP, invitando semplicemente gli amappisti a frequentarla per i loro bisogni di prodotti equosolidali.
L’ambiente e il territorio dove risiede l’AMAP di Condrieu è molto variegato: si va dal Parco regionale del Pilat, molto curato e protetto (si fa il vino di Condrieu pregiato e molto aromatico) con escursioni guidate dappertutto per far conoscere la biodiversità e praticando un turismo responsabile (turisme durable), ad un territorio molto industrializzato con la presenza di una centrale idroelettrica e persino di una nucleare e il cd. “couloir de la chimie” (= corridoio della chimica, cmq. In declino), che caratterizza l’impatto ambientale di un territorio comunque protetto, cercando di trovare un difficile equilibrio tra impatto ambientale e sicurezza percepita dell’ambiente in cui le persone si trovano a vivere. La convivenza con la centrale nucleare è comunque normale per la maggior parte della popolazione, essendo presente il nucleare in Francia da ormai 50 anni.
D’altra parte la presenza della centrale nucleare sul territorio comporta una serie di benefit, indotto e servizi supplementari che vanno a vantaggio di tutta la popolazione locale (nuove biblioteche, asili, trasporti pubblici, raccolta differenziata), circostanza che rende difficile una mobilitazione molto profonda nel tessuto sociale contro la centrale stessa.
Vi sono comunque movimenti ambientalisti che lottano contro la centrale e che sono a favore per lo sviluppo delle energie rinnovabili.
Uno di questi movimenti è quello delle GRENELLE DE L’ENVIRONMENT, che prendono il loro nome dai movimenti nati in Francia subito dopo l’indipendenza dell’Algeria, e che avevano in un certo senso deciso di “fare il punto” della difficile situazione che si era creata (dovuta alla massiccia emigrazione di algerini in Francia fuoriusciti dall'indipendenza del loro paese), sedendosi e discutendo della cosa. Da lì dunque prendono il nome le Grenelle de l’Environment, con l’obiettivo di fare il punto sull’ambiente, discuterne e valutare la situazione insieme.
Un'altra associazione interessante sono i FAUCHEURS VOLONTAIRES d'OGM (falciatori volontari) alla cui attività abbiamo contribuito a finanziare comprando birra e succhi di frutta bio con la loro etichetta, che si occupano di disturbare (e talvolta anche distruggere) campi di mais ogm che in via sperimentale sono permessi dalla comunità europea e presenti sul loro territorio, se pur in porzioni molto modeste, ma pericolose per la contaminazione ambientale.
La mentalità del BIO è molto diffusa in Francia grazie a una discussione fatta a livello nazionale su diversi tavoli e riportata sui principali mezzi di comunicazione, e la coscienza dell’utilità del bio per la salvaguardia del territorio e la protezione dei consumatori che è ormai generalizzata. Ciò che manca è la produzione, perché mancano gli incentivi e la volontà statale di indirizzare i produttori alla conversione.
Il bio in Francia oggi è nella fase in cui sta uscendo dalla nicchia percepita del prodotto alternativo e, seppure non diffuso a livello di massa, tutti lo vedono come strumento possibile di approvvigionamento e diffusione anche nei supermercati (grand surfaces) con prezzi accessibili.
La mentalità è comunque ancora quella di avere il bio a tutti i costi, anche se proveniente dalla parte opposta del mondo, pure esistendo la possibilità percorsa da alcuni produttori, di etichettare i prodotti con i KM percorsi (etichette di km zero). Mancano ancora però la diffusione di prodotti alla spina.
Molti i prodotti bio che vengono dall’Italia: pasta, riso, olio, marmellate, salsa di pomodoro, persino verdura fresca.
Ci lasciamo dopo cinque giorni trascorsi insieme intensi e piacevolissimi, con visite anche alle bellissime, curate ed ospitali Lione e Vienne, con una meravigliosa accoglienza dei nostri gasisti nelle famiglie degli amappisti e con l’intenzione di rafforzare il gemellaggio e di espanderlo ad altre realtà europee, creando una rete di gemellaggi fra le varie esperienze di consumatori consapevoli e in particolare naturalmente, fra quelle francesi e italiane.
Durante il gemellaggio abbiamo espresso quale sono le nostre modalità e la nostra esperienza ed organizzazione, inoltre abbiamo riferito dell'intenzione di utilizzo di una moneta locale ( SCEC ) per rendere ancora più competitivi i prodotti locali rispetto alla grande distribuzione.
Questa la nostra esperienza ed i loro metodi.
In italia i gruppi gas sono diffusi su tutto il territorio nazionale, ognuno è autonomo ed ha un suo regolamento, una propria organizzazione e metodo di distribuzione dei prodotti che dipendono dalla disponibilità di strutture, dall'adesione di più o meno persone e dalla disponibilità di tempo delle persone all'interno del gruppo .
per maggiori info vedere il link : http://www.retegas.org/
MONTEMURLO :
Parte il progetto GAS - SCEC http://www.youtube.com/watch?v=ZrcAn7u_qrs