mercoledì 25 gennaio 2012

La Crisi

Il nuovo millennio, il quale attendevamo come l'inizio di una nuova era più felice e prospera, ha portato invece crisi, guerre e carestie. La povertà in Italia è aumentata, e ci sono sempre più persone che non sanno come procurarsi del cibo, una casa etc.

Ma se questi sono gli effetti, quali sono le cause che li hanno provocati?

I telegiornali e i quotidiani collegano questi problemi alle seguenti cause:

- Mancanza di crescita economica

- Evasione fiscale

- Aver vissuto al di sopra delle nostre possibilità

- Sprechi della politica

- Politica precedentemente sbagliata

A questo punto chi si è imbattuto in questi articoli ha potuto constatare che essi non dicono come queste “cause” abbiano potuto provocare l'attuale situazione, ma si limitano a indicare dati (che differiscono da giornale a giornale) ed a proporre soluzioni capestro a svantaggio dei cittadini (tasse e privatizzazioni).

Analizziamo più a fondo le “ipotetiche” cause sopra citate.


La mancanza di crescita

La mancanza di crescita viene presentata come la causa principale della crisi. I burocrati sostengono che un'assenza di crescita economica provochi un arresto della domanda del lavoro; di conseguenza sempre più persone si ritrovano ad essere disoccupate. La soluzione proposta dai politici a questo problema sono i “piani di rilancio” della crescita i quali prevedono la messa a disposizione di una certa quantità di denaro per riattivare l'imprenditoria. Poiché lo stato non possiede la sovranità monetaria (questo è il solo vero problema) questi fondi, da destinarsi per il rilancio economico, verranno prestati allo stato dalle banche, aumentando così il debito pubblico. Questo denaro essendo stato prestato dovrà essere restituito insieme agli interessi; quindi più si incentiva la crescita e più ci si indebita, con la conseguenza che dovremo pagare più tasse.


Che cos'è la crescita economica?

La crescita economica è l'aumento di beni e servizi in un'unità di tempo.

Notate bene che la crescita economica è l'aumento di beni e servizi, non l'aumento dell'occupazione. Si può avere crescita economica con aumento di disoccupazione (sostituendo alle persone le macchine, che producono molto più degli uomini).

Risulta ovvio che la crescita è un falso problema.


Se fosse la crescita il vero problema, cioè se producessimo troppo poco per le necessità che abbiamo, i negozi dovrebbero essere vuoti, senza oggetti sugli scaffali; le poche merci disponibili sarebbero soggette ad un aumento di prezzo e le industrie sarebbero piene di ordinativi da richiedere lavorazioni 24 ore su 24.

Ma constatato che i negozi sono pieni di beni (fanno continue promozioni e svendite per liberarsi della merce), i prezzi dei beni sono costantemente in calo e le industrie chiudono per mancanza di ordinativi, risulta ovvio che la crescita non è il problema (non mancano le merci, ma i soldi per comprarli); il vero problema è un altro: il denaro (la sovranità monetaria).

“Non ci sono soldi in giro” è un'affermazione molto usata in questo periodo e coloro che la pronunciano non sanno quanta verità c'è in queste parole. E' la mancanza di soldi che determina un peggioramento della qualità della vita. A mancare quindi non sono i beni, ma i soldi. Nell'attuale sistema economico l'unico modo che un cittadino ha per ottenere denaro è attraverso il lavoro, ed è chiaro che senza lavoro una persona non può accedere a tutti i beni e servizi prodotti. Quindi il problema della crescita non è un problema di mancanza di merci, come dovrebbe essere, ma diventa un problema perché ad esso è legata l'unica fonte di sostentamento delle persone (il lavoro e quindi il denaro). Occorre cambiare questo sistema per evitare di avere un futuro di incertezza e disperazione.


L'evasione delle tasse

Evadere le tasse significa non pagare allo Stato somme di denaro nella percentuale che lo stesso Stato ha deciso.

Ma cos'è lo Stato?

Lo Stato è la somma di tutti i cittadini che si sono dati un organizzazione, lo Stato siamo noi. Questo è ciò che viene insegnato nelle scuole, ma in realtà, come ha descritto il professore Giacinto Auriti, docente di giurisprudenza all'Università di Teramo, la definizione sopra indicata è ciò dovrebbe essere, e non ciò che è.

Lo Stato è solo un fantasma giuridico dietro il quale si nascondono i veri parassiti di questa società che, usando la legittimazione condivisa (“Lo Stato siamo noi”) si arricchiscono a discapito della popolazione.

Le tasse che oggi paghiamo allo Stato vanno solo in minima parte ad alimentare i servizi per i cittadini. La maggior parte, invece, vanno a coprire gli interessi su un debito illegittimo contratto con i privati (le Istituzioni Bancarie), andando ad ingrassare una ristretta cerchia di persone.

Proviamo a mettere nero su bianco l'ammontare delle tasse e ciò che lo Stato offre ad un lavoratore.

Calcoliamo la somma versata allo Stato da un lavoratore dipendente (es. un magazziniere) con paga lorda di 1541 euro mensili:

1541 – 9% = 1402,31 (trattenute Inps 9%)

1402.31 – 23% = 1079,77 (trattenute Irpef 23%)

Il magazziniere suddetto riceve in busta un netto di 1079,77 euro.

Il datore di lavoro versa direttamente altri 400 euro circa di contributi come inps, inail,etc..

Risulta che ogni lavoratore dipendente a fronte di uno stipendio mensile di 1080 euro paga all'anno la somma di 12054 euro. Ma non è finita qui. Sul suo stipendio netto deve ancora sottrarre il 23% d'Iva, che pagherà non appena spenderà il suo denaro. Quindi se ne andranno in Iva altri 3477 euro l'anno. Quindi un lavoratore dipendente che lavora 8 ore al giorno si ritrova a pagare in tasse un totale di 15531 euro l'anno. A queste dovranno essere aggiunte eventuali ulteriori accise come Ici, tassa sulla spazzatura, bollo auto, tasse sui carburanti-sigarette-alcolici, passi carrabili,etc....

A fronte di 11641 euro nette all'Iva che incassa un lavoratore, paga allo Stato una somma di 15531 euro più le altre accise. Se moltiplichiamo le tasse pagate per 40 anni fanno 621.240 euro (senza calcolare le differenze inflazionistiche).

Seguendo un procedimento logico dovremmo supporre che è lo Stato ad occuparsi di soddisfare i nostri bisogni primari (fornirci un'abitazione, cibo, acqua, energia elettrica, gas, cure mediche, istruzione, mezzi pubblici gratuiti, etc...) dal momento che la somma versata è superiore allo stipendio percepito e che non è possibile evitare di pagare, come del resto non è possibile fare a meno di queste prime necessità. Invece così non è. Ma se le prime necessità non sono garantite al cittadino perchè egli deve pagare? Rispetto a ciò che lo Stato garantisce ad ogni suo cittadino l'ammontare delle tasse dovrebbe essere ridotto almeno di due terzi.


Le cose peggiorano se analizziamo un lavoratore autonomo o imprenditore (classe accusata di evadere le tasse). Essi hanno ancora meno garanzie a fronte del loro pagamento, ad esempio non hanno la mutua in caso di malattia, non hanno le ferie pagate, non hanno un tfr (non capisco perchè non siano garantiti questi servizi se anche loro pagano le tasse).

Per concludere, un lavoratore paga più del 60% del proprio stipendio in tasse senza ricevere niente in cambio. In che modo viene giustificato questo prelievo e vengono accusati coloro che evadono? La giustificazione alla richiesta di pagamento è legata al fatto che le tasse le pagano tutti. Questa però non può essere una giustificazione.

Se lo fanno tutti lo devo fare anch'io. Seguendo questo ragionamento se tutti si dessero fuoco alla mano destra allora lo dovrei fare anche io perché lo fanno tutti! Il ragionamento da fare è un altro: poiché così com'è, il prelievo fiscale è un'imposizione ingiusta (viene preteso il pagamento delle tasse senza ottenere niente in cambio), nessuno dovrebbe pagare le tasse. Questo sistema ricorda molto il sistema usato dai mafiosi. Sia Equitalia che la mafia pretendono il pagamento senza contropartita. L'unica differenza è che lo Stato le chiama tasse e minaccia di prendere tutto ciò che hai, la mafia invece lo chiama pizzo e minaccia di ripercussioni fisiche.

Non dovremo avere paura a chiamare le cose col loro vero nome: lo Stato (persona giuridica e non totalità dei cittadini) estorce al popolo il frutto del loro lavoro, legittimando la richiesta con giustificazioni ingannevoli (“Se tutti paghiamo le tasse aumenteranno i servizi, e pagheremo di meno”, “Lo stato siamo noi”, etc...).


I veri parassiti della società sono i banchieri ed i burocrati.


Aver vissuto sopra le nostre possibilità


Un altro argomento che viene spesso tirato fuori come causa dell'attuale crisi è l'aver vissuto al di sopra delle nostre possibilità. Con questa affermazione sono parzialmente d'accordo: abbiamo sfruttato i paesi del “terzo mondo” depredandoli e riducendo in schiavitù i suoi abitanti costringendoli a lavorare per pochi euro al giorno. Quindi se abbiamo un debito è con loro. Per i mass media e i burocrati, però, questi debiti li abbiamo con le banche e con le multinazionali. Ma come possiamo avere un debito, per aver utilizzato più beni e servizi di quanti ce ne saremmo potuti permettere, con le banche che non hanno mai prodotto i beni o servizi che abbiamo utilizzato? Qualcosa non quadra...


Gli sprechi della politica


Tutti detestano i politici in quanto sono i legittimi rappresentanti della corruzione e della disonestà. I loro stipendi sono troppo alti e andrebbero ridotti: su questo non c'è dubbio. L'attenzione dei cittadini però non dovrebbe concentrarsi solamente su questo problema. Lo scandalo sugli stipendi dei politici è utilizzato come specchietto per le allodole per sviare i cittadini dal comprendere le vere cause dei problemi. Fintanto che il cittadino ha in mente l'immagine dell'opulento politico con lo stipendio di 10000 euro al mese, non potrà far altro che pensare che siano questi stipendi e previlegi la causa dell'attuale situazione (conclusione “emozionale” e non “logica”). Ed è proprio questa la funzione della pubblicizzazione dei loro lauti stipendi. Ogni qual volta che viene attuata una manovra “lacrime e sangue” ecco che tornano sui giornali le notizie sulle entrate economiche dei parlamentari, che chiaramente non saranno mai ridimensionate. Non saranno mai ridefinite perché, se ciò accadesse, tutti coloro che vedono gli sprechi politici come la causa della crisi, sarebbero costretti a ricredersi e comincerebbero a chiedersi per quale motivo, nonostante i loro stipendi si siano abbassati notevolmente, la situazione economica non sia cambiata. E' quindi necessario riproporzionare i compensi ed eliminare gli sprechi; ma vanno eliminati in quanto sprechi e non in quanto causa dei problemi.



Politiche passate


Sarebbe opportuno porci una domanda:

"Quali sono state le differenze negli ultimi 20 anni tra destra e sinistra? E quali sono le differenze tra le politiche di queste due fazioni e le politiche di Monti?"

... Le differenze, se ci pensate bene, sono state ben poche...

E quali sono invece alcuni elementi che le accomunano?

  • Aumento delle tasse.
  • Privatizzazioni.
  • Tagli.

Adesso giungete voi a delle conclusioni...


Claudio e Dania


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