lunedì 4 marzo 2013

SERVI CONSAPEVOLI



I traditori più schifosi sono i servi consapevoli.

Sono quelle persone grette che pur essendo consapevoli dei veri problemi dell'Italia, pur essendo consapevoli di quali dovrebbero essere le reali soluzioni da adottare, pur essendo a conoscenza del fatto che viviamo in un sistema diabolico in cui i ricchi e i potenti spogliano la popolazione, la manipolano, la terrorizzano, la rincoglioniscono con informazioni false o parziali, pur essendo consapevoli di tutto questo chinano la testa e si vendono. Pur essendo consapevoli di questo sviano l'attenzione su temi meno importanti, scendono a patti scellerati con poteri di cui gli italiani ignorano anche l’esistenza ben sapendo che col loro tradimento stanno firmando la condanna alla povertà e alla disperazione per milioni di famiglie. Vendono sottobanco la loro anima e quella della loro gente in cambio di quello stesso potere che dichiarano a gran voce di voler scardinare.

E il popolo italiano cosa fa? Crede, poverino,  di vivere in una democrazia solo perché esistono le elezioni e perché è “libero”, così crede, di poter “scegliere” fra diversi partiti, anche piccoli. Pensate un po'... ci sono anche i piccoli partiti!!!! Vengono tollerati anche loro in questa nostra bella democrazia.
Si... quei piccoli partiti che però guarda caso non hanno voce e forse mai l’avranno, non hanno soldi per portare avanti una campagna elettorale, far sentire la loro voce, far conoscere al popolo italiano la verità, non hanno quindi visibilità e di conseguenza a conoscerli sono in pochi e quindi, è ovvio, raccolgono pochi voti... e magari quei piccoli partiti sono gli unici che parlano di sovranità monetaria e di debito truffa.  E allora? Allora c’è da boicottarli, osteggiarli, renderli invisibili, tappare loro la bocca in ogni modo possibile, lecito o illecito. E poi far sbandierare a mezzibusti  e comparse varie la favola della democrazia e della libertà di scelta.
L'italiano crede ancora (ma a quante cose crede l’italiano?) che il gesto di tracciare una crocetta su un foglietto di carta equivalga alla libertà di poter davvero scegliere.

Con in mano i mezzi di comunicazione... tv, giornali importanti, radio, volantini pubblicitari che invadono le nostre cassette delle lettere (il più delle volte già martoriate dagli avvisi degli strozzini di equitalia), perfino i cartelloni pubblicitari, quelli che italiano vedi mentre sei in macchina, in coda per andare a lavorare (se ancora hai un lavoro), o quelli che vedi mentre passeggi (se ancora hai tempo per farti una passeggiata e non devi barcamenarti fra mille espedienti per riuscire a tirare avanti fino alla terza settimana del mese quando ti va bene)... il sistema manipola le informazioni che ti arrivano e SCEGLIE CHI deve avere visibilità e chi no. Tu conosci solo ciò che il sistema vuole, italiano. Tu desideri quello che il sistema vuole, tu pensi quello che il sistema vuole, tu sei il sistema  e a queste elezioni tu hai comunque scelto quello che il sistema voleva, italiano. Pure Grillo? Si, pure Grillo.
Quindi di che cavolo parli italiano quando dici “siamo in un sistema democratico”?!?! A che ti riferisci?!?! Di cosa ti illudi?!?!

Quando, sempre tu italiano, affermi che è sempre meglio questo schifo di dittatura travestita da democrazia rispetto ad una dittatura “vera e propria”, mi viene voglia di urlarti in faccia che di questa nostra democrazia si muore di suicidio, di umiliazione, di depressione di disperazione.  Ma poi mi trattengo perché so che in fondo non è tutta colpa tua. Mi trattengo anche perché so che non sei tu che parli, ma il sistema che è diventato parte integrante della tua mente. Perché so che non sei libero. Perché so che esprimi idee non tue. Perché so che non sei consapevole di essere uno schiavo.

C’è chi invece ne è ben consapevole e ha a cuore il bene del proprio Paese, perché ci vive, perché ci è nato, perché quella è la sua gente, perché cazzo qui venivo a scuola, qui sono cresciuta, qui ho giocato, riso, pianto, gridato, perché ogni posto non è un luogo vuoto ma è un ricordo, un profumo, una voce, una musica, un volto... chi prova tutto questo sente il dovere di informare, sente una spinta, una forza che nasce da dentro e che non si può trattenere o soffocare. Sai che devi fare qualcosa, non puoi lasciare un mondo di merda a chi verrà dopo di te, a tutte le persone che non hanno ancora capito in quale realtà manipolata vivono. A volte vorresti gettare la spugna,  tristezza e sconforto ti assalgono nel sentire certi discorsi e nel vedere certi sciacalli bastardi blaterare di soluzioni che col vero bene della nostra Italia nulla hanno a che spartire.  MA poi ritrovi la forza, ti riprendi, ti risollevi perché altri come te ti incitano a non mollare.

Italiano, tu non sei libero e non vivi in un sistema democratico. Tu vivi in un sistema che ti da l'ILLUSIONE della libertà e della democrazia.
La libertà ti è stata scippata quando ti hanno tagliato il cordone ombelicale. Quando per la prima volta i tuoi polmoni si sono riempiti di ossigeno ti hanno privato del tuo diritto naturale alla libertà e sei stato registrato e schedato e a partire da quel momento è stato facile rubarti anche quel briciolo di libertà che ti restava,  pezzetto per pezzetto, poco alla volta, piano piano, di modo che nemmeno te ne accorgessi.
E’ per questo che ti dovresti incazzare, italiano, non per un sorpasso azzardato al semaforo o per una precedenza non data o perché i politici “vengono pagati troppo”. Quelle sono sciocchezze se paragonate alle ingiustizie che soffocano la tua vita e calpestano la tua dignità.

La libertà dobbiamo riconquistarla e il prezzo sarà elevatissimo come per tutte le cose di grande valore. Nulla viene dato per nulla, nessuno sconto ci verrà fatto.
E se il prezzo che siamo disposti a pagare è inferiore a quello necessario schiavi siamo e schiavi rimarremo, consapevoli o meno di esserlo, condannando noi stessi e i nostri figli ad una vita infernale.

Letteralmente infernale.

Aida M.

sabato 6 ottobre 2012

Democrazia, cos'è?

Fin da quando eravamo piccoli ci insegnano che l'organizzazione sociale all'interno di cui viviamo è di tipo democratico. Questo concetto dopo essere stato insegnato nelle scuole viene ribadito costantemente dai Mass Media. Il sistema democratico, in base alle influenze ricevute, viene quindi ritenuto dalla maggioranza della popolazione il miglior sistema di organizzazione sociale.

La parola democrazia deriva dal greco démos cràtos e significa governo del popolo. In questo sistema sociale è il popolo ad autogovernarsi esercitando la propria volontà. Come avviene tutto questo? Tramite l'emanazione delle leggi.
La creazione delle leggi da parte del popolo è una caratteristica fondamentale ed imprescindibile della democrazia. Il popolo decide da solo come governarsi attraverso la definizione di norme che gli amministratori di turno devono far rispettare.
E' necessario fare una distinzione tra il concetto di amministratore e il concetto di sovrano. In democrazia il sovrano è il popolo: è la collettività che decide. Sovrano infatti significa al di sopra, e nessuno può contraddire le volontà del popolo. Il sovrano è colui che ha il diritto.
L'amministratore è invece colui che amministra i beni secondo le volontà del suo proprietario. L'amministratore non può prendere decisioni in nome del popolo, e non può emanare leggi (se ciò avvenisse sarebbe come se il vostro amministratore condominiale decidesse cosa fare in casa vostra: se cambiare i pavimenti, se vendere o affittare il vostro appartamento).
Se in regime di democrazia il popolo è sovrano ed è lui a decidere come governarsi perché la maggior parte del popolo vive nella povertà e nella disperazione? Secondo voi il popolo desidera soffrire? Oppure gli eventi sono diversi da come ce li insegnano e raccontano?

La democrazia, come indicato sopra, ha come prerogativa l'emanazione delle leggi da parte dei suoi cittadini. Nel nostro sistema di governo invece le leggi non sono emanate dal popolo, ma da alcuni rappresentanti. Questo è un paradosso: se non sono i cittadini a redigere le leggi come facciamo ad credere di essere in democrazia?
Il potere dei logos (delle parole) è fondamentale nell'influenzare le persone; è infatti stato coniato il termine contraddittorio e privo di significato: "democrazia rappresentativa".
Poiché in democrazia ogni legge deve essere emanata dal popolo, a causa di problemi logistici che comporterebbe un'assemblea partecipativa di tutta la popolazione, la democrazia può verificarsi solo in piccole realtà (c'è da sottolineare tuttavia che la tecnologia permetterebbe di estendere le comunicazioni a distanza sfruttando strumenti multimediali).
Esiste un altro tipo di organizzazione sociale che rispecchia l'attuale situazione: l'aristocrazia.
Aristocrazia significa "governo dei migliori". In questo sistema solo un piccolo gruppo di persone emana le leggi e governa. L'aristocrazia può essere di due tipi: ereditaria o elettiva.
L'aristocrazia ereditaria è caratterizzata dalla casta che detiene il potere (passandolo di padre in figlio e mantenendolo a vita, es. i nobili).
L'aristocrazia elettiva, invece, è caratterizzata dall'elezione dei membri che emanano leggi e governano. In Italia accade esattamente questo e siamo chiamati a votare solo per eleggere chi ci "governerà". E poiché la democrazia in realtà non esiste è necessario far credere costantemente il contrario affinché il popolo non si ribelli. Se le istituzioni fossero davvero democratiche non ci sarebbe bisogno di parlare continuamente di “democrazia”, ma si agirebbe semplicemente “democraticamente”.
Inoltre l'aristocrazia (che potrebbe essere un ottimo tipo di governo se chi ricoprisse quelle cariche fosse “responsabile” ed “onesto”) tende a degenerare in oligarchia (governo dei pochi).
Attualmente siamo in un tipo di organizzazione sociale oligarchico dove i pochi (che fra l'altro sono sempre gli stessi) decidono per i molti. Questa oligarchia si è consolidata con la monopolizzazione dei mezzi d'informazione che vengono utilizzati a loro favore nascondendo o denigrando idee alternative e convincendo il popolo che l'attuale classe dirigente è l'unica possibile.
In molti hanno compreso che questo tipo di sistema non è la democrazia tanto paventata dai media e rifiutano di andare a votare. In realtà dovremo sfruttare "l'unico strumento democratico" che abbiamo per nominare un movimento politici che ha tra le priorità la promozione della democrazia (quella vera, quella diretta). Esistono alcuni partiti (seppur poco conosciuti) intenzionati a promuovere assemblee sovrane dove i cittadini si riuniscono per decidere cosa fare del loro futuro e del loro territorio.

Siccome nelle scuole non insegnano la verità circa il mondo, le scuole devono ricorrere a inculcare negli studenti propaganda circa la democrazia. Se fossero realmente democratiche, non vi sarebbe bisogno di bombardarli con banalità circa la democrazia
(Noam chomsky)

Claudio & Dania

giovedì 2 agosto 2012

Cosa ci nasconde la storia?

“Chi controlla il presente controlla la storia, chi controlla la storia controlla il presente” (“1984”, George Orwell).

Cominciando ad incuriosirsi alla realtà circostante risulta evidente come qualunque disciplina, storia, scienza o economia, sia basata su dogmi. Il dogma è una verità assoluta che non ha prove della sua validità e non ammette obiezioni. Un dogma permette che un fenomeno risulti VERO perché così hanno deciso le autorità di riferimento.

Il metodo sperimentale prevede invece che ogni ipotesi, per poter essere ritenuta valida, debba essere confermata.

Purtroppo non sempre si procede in questo modo. L'ipotesi iniziale in molti casi diventa un dogma anche se non scientificamente dimostrata, e, non sono accettate critiche. Ciò può accadere per mantenere inalterate le strutture gerarchiche all'interno di una disciplina o perché nuove scoperte porterebbero una perdita di profitti o di "controllo".

E' DOGMA della storia l'evoluzione lineare: cioè che l'uomo si sia evoluto costantemente (da uomini primitivi, alle tribù, alle civiltà antiche, etc.), quindi che mai in passato sia arrivato all'attuale sviluppo tecnologico.

Analizzando la storia delle Piramidi è però possibile mettere in in crisi l'attuale visione della storia e la sua cronologia temporale.

Tra le grandi piramidi egizie analizziamo la grande piramide di Cheope (la più alta) e la sfinge.

La teoria ufficiale:
“La Piramide di Cheope a Giza, anche detta Grande piramide, è l'unica delle sette meraviglie del mondo antico che sia giunta sino a noi, nonché la più grande piramide egizia e la più famosa piramide del mondo. È situata nel complesso della necropoli di Giza, vicino al Cairo in Egitto. Costruita, si presume, intorno al 2570 a. C, è rimasta l'edificio più alto del mondo per circa 3800 anni. Eretta da Cheope, della IV dinastia dell'Egitto antico come monumento funebre è stata realizzata dall'architetto reale Hemiunu... Come ci narra Erodoto, furono utilizzati circa centomila uomini che lavorarono per circa quarant'anni alla costruzione della piramide.”
Ad una lettura superficiale sembra non ci sia niente di strano, ma alcuni particolari vanno analizzati con attenzione, e prendendo informazione dalle stesse fonti ufficiali: “Hemiunu (2570 a.C.) è stato un visir, architetto e sacerdote egizio durante la IV dinastia. Gli viene tradizionalmente attribuita la progettazione della Grande piramide di Cheope presso il quale fu sovrintendente dei lavori del re.”
E' opportuno porre attenzione sulla frase “gli viene TRADIZIONALMENTE attribuita”. Cioè, per tradizione, e non a seguito di prove è stato stabilito che Hemiunu fosse il progettista della grande piramide. Ciò significa che a chiunque potrebbe essere attribuita la costruzione della grande piramide. Non ci sono prove.

Erodoto (greco: ‘Ηρόδοτος, Herodotos; Alicarnasso, 484 a.C. – Thurii, 425 a.C.) è stato uno storico greco antico che ha redatto il documento più antico sulle piramidi. Mettendo a confronto le date della presunta realizzazione della piramide di Cheope (2570 a.C.) e la nascita di Erodoto (484 a.C.) risulta subito evidente che tra i due c'è un salto di 2086 anni. Se il documento più antico di cui disponiamo è un documento redatto da una persona vissuta 2086 anni dopo l'evento descritto, come può essere attendibile? E' ovvio che la descrizione di Erodoto è un racconto, più che una un documento valido e attendibile.

Un elemento da tenere in considerazione in questa analisi è la differenza della tecnica di costruzione delle grandi piramidi rispetto a tutte le altre costruzioni egizie. Immaginate una civiltà che tecnologicamente è in grado di costruire solo capanne ma in un momento della propria storia riesce a costruire grattacieli per poi tornare nuovamente a costruire capanne. È evidente che qualcosa non quadra.

La piramide di Cheope è allineata con i quattro punti cardinali con un errore di 0,015%, il che risulta essere stupefacente per uomini che uscivano dalla preistoria.

La costruzione è stata realizzata con blocchi di pietra alti 1,40 metri alla base, per arrivare ad essere alti 50 cm al 17° corso di pietre, per tornare ad essere nuovamente più grandi fino a raggiungere blocchi del peso di 15 tonnellate a 90 metri d'altezza.

A differenza delle altre piramidi realizzate in mattoni di argilla, le piramidi che stiamo analizzando non sono monumenti funerari: all'interno non presentano ornamenti nè geroglifici. E a cosa servivano?

Inoltre, secondo le date assegnate alle grandi piramidi, lo sviluppo della tecnologia necessaria per realizzarle, sarebbe dovuto avvenire in un breve lasso di tempo: 200 anni circa, al termine del quale le conoscenze acquisite sarebbero andate perdute.
Resta inoltre il mistero di come si potesse intagliare e trasportare enormi blocchi di pietra.

La grande sfinge, scolpita su un unico blocco di roccia, permette di ricavare ulteriori informazioni.

Un grosso indizio ce lo fornisce l'erosione, che come dimostra una prova ufficiale:
“Sul corpo della sfinge sono presenti evidenti segni di erosione dovuti all'esposizione continua all'acqua piovana, ipotesi accettata dalla comunità scientifica. L'egittologia ufficiale non sa come spiegare questo fatto, considerando che le ultime piogge in grado di sortire tali effetti nella regione di Giza risalgono alla fine dell'ultima glaciazione.”
Va sottolineato che la testa della grande sfinge, che raffigura il volto di un faraone è sproporzionata rispetto al resto del corpo: è più piccola. Questa "riduzione" potrebbe essere stato causato da una rimodellazione del volto avvenuta in tempi successivi alla sua realizzazione. A conferma di questa ipotesi possiamo riscontrare l'assenza sul volto dei segni d'erosione presenti sul resto del corpo.

E' inequivocabile che le piramidi, data la loro posizione e disposizione, abbiano una qualche relazione con le costellazioni. A fronte di ciò, tornando ad analizzare la sfinge, è indiscutibile che il corpo raffiguri un leone. Poichè il volto è stato riscolpito in epoca più recente è logico ipotizzare che il volto originale raffigurasse un leone.

Un'ipotesi più attendibile sull'età della sfinge è di almeno 13000 anni, come ci suggeriscono i segni dell'erosione.

Poichè la genialità di tutte le cose sta nella visione d'insieme, analizziamo le piramidi da un altro punto di vista.

Tutti sanno che nel mondo esistono numerose piramidi, ognuna con una forma caratteristica (pensate alle piramidi Maya che differiscono da quelle egizie), ma le piramidi classiche di Giza (esattamente piramidali) sono attribuite solo agli egiziani. Dalla lettura di un qualsiasi libro di storia veniamo a conoscenza che gli egiziani hanno sempre vissuto lungo le sponde del Nilo, senza mai allontanarsi da esso. Di conseguenza se davvero fossero stati loro a costruire le grandi piramidi, esse sarebbero un’esclusiva del solo Egitto. Questa teoria è messa a dura prova dal ritrovamento nel mondo di altre piramidi come quelle egizie. In particolare va precisato che la piramide di Cheope non è la più alta del mondo. La piramide più alta mai ritrovata è la Piramide del Sole situata a Visoko in Bosnia.
Non solo, un gruppo di ricercatori americani e francesi, proprio in questi giorni, ha confermato il ritrovamento di una gigantesca piramide posata sul fondo dell'oceano a 600 metri di profondità al largo delle Bahamas. Questa piramide supererebbe in dimensioni la piramide di Giza, e dalle prime osservazioni sembrerebbe costruita con un unico mastodontico blocco traslucido simile al cristallo. Questa notizia però non è nuova alle persone interessate all'argomento. Nell’estate del 1991, l'oceanografo Verlag Meyer, durante una conferenza stampa a Freeport comunicò che durante una scansione del fondale con il sonar nella zona del "Triangolo delle Bermuda", la sua squadra trovò due piramidi gigantesche, più grandi delle Piramidi di Giza.

Se la notizia venisse ufficializzata gli archeologi si troverebbero costretti a trovare una spiegazione alla presenza di una piramide di cristallo sul fondo dell'oceano. A complicare ulteriormente le cose sarebbe la datazione da attribuire a queste opere. A quanto risale l'ultimo grande cataclisma che possa avere inondato queste terre? Possibile che Atlantide non sia solo un mito narrato da Platone, ma sia veramente esistita?

Inoltre la localizzazione delle piramidi in tutto il mondo suggerisce che nel passato sia esistita un'antica, evoluta e globale civiltà.

L'idea di storia lineare che abbiamo è con ogni probabilità sbagliata, mentre sempre più prove avallano l'ipotesi di una storia ciclica. A conferma di questo ci sono numerosi ritrovamenti di oggetti artificiali altamente elaborati (alcuni impossibile da realizzare tutt'ora) durante gli scavi nelle miniere (risalenti anche ad alcuni milioni di anni fa). Sarebbe utile sapere come mai queste antiche civiltà si siano estinte. Si può ipotizzare come causa dei cataclismi naturali: diluvio universale, terremoti, o fenomeni similari. Non possiamo però scartare l'ipotesi dell'autodistruzione... in quest'ultimo caso dovremmo riflettere sull'attuale situazione della nostra società (ai numerosi armamenti nucleari) ed alla possibilità che l'estinzione della nostra civiltà (meglio dire inciviltà) sia quanto mai vicina.

domenica 15 aprile 2012

Indottrinamento scolastico


Morpheus: “Adesso ti dico perché sei qui. Sei qui perché intuisci qualcosa che non riesci a spiegarti. Senti solo che c'è. È tutta la vita che hai la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra nel mondo. Non sai bene di che si tratta, ma l'avverti. Tu sai di cosa sto parlando... “

Neo: “Di Matrix.”

Morpheus: “Ti interessa sapere di che si tratta, che cos'è? Matrix è ovunque, è intorno a noi, anche adesso nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo dinanzi agli occhi, per nasconderti la verità.”

Il film “Matrix” mostra un mondo virtuale creato dai computer per imprigionare le persone. La parola “matrix” viene associata infatti a dei computer. Ma come ci chiarisce l'ultima parte del discorso (“E' il mondo che ti è stato messo dinanzi agli occhi, per nasconderti la verità”) “matrix” non è un sistema di computer, ma è una “percezione” del mondo. Ognuno di noi percepisce gli eventi che lo circondano in maniera differente, è per questo che ad una persona può piacere qualcosa che ad un altra non piace. La differente percezione del mondo crea le diversità nelle culture e rende vero il detto “il mondo è bello perché è vario”. Così ognuno di noi si crea nella sua mente una sua propria visione del mondo che purtroppo può essere distorta ed uniformata nella massa.
Con le religioni prima, l'istruzione scolastica dopo ed i media poi, è stata data una visione del mondo tale da renderci schiavi (con la globalizzazione si sta uniformando la percezione della società distruggendo intere culture ed imponendone una sola: quella capitalista). In questo articolo parleremo dell'istruzione scolastica, sottolineando però che anche le religioni sono una forma d'istruzione [particolarmente efficace per “istruire” persone “non colte”, basandosi su precetti ed indicazioni, che come sostengono gli intermediari (preti, rabbini, etc.) sono suggeriti direttamente dalla divinità].
Per poter discernere le menzogne dalla realtà l'essere umano è dotato di una caratteristica peculiare: l'intelligenza.
Cercando su un dizionario possiamo trovare la seguente definizione di “intelligenza”: “capacità di cogliere i nessi esistenti fra i vari momenti dell'esperienza – capacità di intendere, pensare, giudicare”. La suddetta intelligenza è una caratteristica fisica e, come tale, per essere sviluppata ha bisogno di esercizio costante. Come i muscoli si fortificano se sottoposti regolarmente ad esercizio, così le nostre capacità intellettuali si potenziano allenando la nostra mente. Oggigiorno però il potenziamento di questa caratteristica è stato notevolmente “limitato”. Molte persone infatti sono portate erroneamente a pensare che conseguire titoli di studio sia indice del raggiungimento di un buon livello d'intelligenza. In realtà, l'istruzione, nella maggior parte dei casi, non è volta a sviluppare l'intelligenza delle persone, bensì ad uniformare il modo di pensare di esse a vantaggio della classe dominante. L'attuale sistema d'insegnamento è basato sul superamento di check point (interrogazioni, esami, etc.). La capacità di sostenere tali esami è quasi esclusivamente supportata dalla capacità mnemonica dello studente. Così la Scuola spesso genera uomini “archivio” trasformando gli studenti in database di informazioni. Va sottolineato tra l'altro che non è possibile immagazzinare una così vasta mole di dati all'interno della nostra mente, e dopo poche settimane dal sostenimento dell'esame, lo studente dimenticherà buona parte di ciò che aveva appreso; quindi, che senso ha far sostenere ai giovani queste prove mnemoniche che arrecano ansia e angoscia senza arrecare alcun apprendimento di contenuti “pratici”? L'obiettivo di questo tipo di istruzione non è quello di elevare culturalmente lo studente, ma quello di far capire al suddetto soggetto che potrà proseguire solo se farà esattamente ciò che gli è stato “suggerito”.
Questo è un primo condizionamento: dobbiamo fare quello che ci dicono!
Questo schema di condizionamento permane anche dopo aver terminato la scuola, ottenendo così che le persone non pensino più, ma eseguono!
L'apice di questa “robotizzazione” delle persone si ha nelle forze dell'ordine e tra i militari. La maggior parte di queste persone sono state indottrinate e hanno perso il loro senso critico. Il loro compito non è infatti quello di pensare, ma di obbedire.
Kissinger ha definito i militari “animali ignoranti da utilizzare come pedine in politica estera”.

Come secondo condizionamento si ha l'incoraggiamento alla competizione invece della cooperazione. La competizione è spronata dalle valutazioni che gli alunni ricevono e dalla derisione di quelli che non ottengono buoni punteggi. Le insegnanti cominciano a dire ai loro studenti cosa DEVONO fare. La vita dei ragazzi diventa così una vita piena di doveri..devi fare i compiti, devi studiare, devi prendere la sufficienza...ma una vita di soli doveri non è una vita, è una schiavitù. Ecco perchè a nessun bambino piace andare a scuola (ve ne meravigliate?).

Inoltre il metodo scolastico riesce spesso a far detestare il piacere di “leggere”. La scuola dovrebbe essere invece un luogo di libertà dove gli studenti non hanno classi e materie prestabilite, ma possono scegliere quali temi approfondire in base ai loro interessi e attitudini.
La scuola dovrebbe essere un insieme di laboratori pratici tali da sollecitare la curiosità dei ragazzi e supportare la pratica con la teoria. In una scuola del genere gli studenti potrebbero scegliere di volta in volta a quale lezione assistere e formarsi come desiderano. In un ambiente di questo tipo ci potrebbe essere qualcuno che trova passione per la chimica e letteratura, e qualcun'altro che invece la trova nella fisica e nella matematica... Nessuno dovrebbe sentirsi obbligato a far niente, ma lo farebbe per puro piacere.
Quanti di noi hanno studiato integrali e derivate ed oggi non si ricordano più niente? E quanti hanno dovuto memorizzare le poesie di Alfieri o Petrarca ed oggi non si ricordano nemmeno il titolo delle suddette poesie? Il motivo per cui non le ricordiamo è perché non attiravano la nostra attenzione o non ci sono risultate “utili” nelle nostre attività quotidiane. Perché allora non terminare in anticipo il programma d'insegnamento o scegliere di approfondire un'altra disciplina? E' complesso provare ad immaginare una Scuola in cui non esiste un percorso prestabilito, forse perché diventerebbe impossibile “etichettare” le persone in base agli studi effettuati.
Facciamo un esempio: Una persona che finisce un Corso di Laurea in Medicina verrà considerata un medico. E in base a questa “etichetta” si presumerà che codesta persona sia a conoscenza di tutto ciò che c'è da sapere circa la salute; ci si aspetta anche che sia in grado di supportarci per eventuali disturbi/malattie, ma non necessariamente quella persona è in grado di aiutarci. Esiste una differenza enorme tra un dottore ed un altro, e non è certo il titolo di studio a rendere una persona “medico”. Se un medico ottiene scarsi risultati (e quindi non riesce a curare le persone) in base a cosa dovrebbe essere considerato tale? Che differenza c'è tra lui ed un meccanico?
I percorsi di studio già stabiliti impediscono alla civiltà di progredire facendo credere alle persone di essere completamente ferrati su un argomento e di conoscere al riguardo delle “verità assolute”. Tutto ciò che pensiamo di conoscere non è la realtà, ma una spiegazione che noi umani abbiamo dato della realtà. La stessa matematica, ritenuta la regina delle scienze, è frutto di una nostra invenzione (es. i numeri complessi, paradossi matematici che secondo la matematica stessa non dovrebbero esistere). Pertanto sarebbe opportuno smettere di obbligare i giovani a frequentare corsi “preconfezionati” di studio, ma dare loro l'opportunità di formarsi come meglio credono, aprendo i propri orizzonti e non limitandosi a conoscere soltanto un particolare settore.

“Un utile strumento per sviluppare le capacità intellettuali è praticare filosofia. Fate attenzioni non vi sto dando un consiglio, chi sono io per darvi consigli? No, non è un consiglio, ma una condivisione di un pensiero. Come due pazienti ricoverati nella stessa stanza, penso ad alta voce e condivido i farmaci con i miei vicini.” (Seneca)

La filosofia pone domande e così facendo ci costringe a ragionare.
L'intelligenza è data all'uomo per dubitare. Il dubbio è all'origine della saggezza.

Claudio & Dania

domenica 18 marzo 2012

La Paura


Tutti nel corso della vita si trovano a fare delle scelte: scelte lavorative, scelte economiche, scelte mediche... E' opinione condivisa che queste decisioni vengono prese in totale autonomia e chi le mette in atto ne è totalmente responsabile. In realtà non sempre è così: esistono modi per imporre delle precise volontà lasciando che abbiano sembianze di "libere scelte".
Queste strategie per “imporre” sono basate sullo sfruttamento delle emozioni: in particolar modo della paura. I grandi finanzieri, i governanti, i titolari di case farmaceutiche e tanti altri, per realizzare i loro sporchi piani, hanno bisogno dell'acquiescenza dei popoli e sfruttano la paura per ottenerla.

Se i popoli non avessero più paura, tutti i diabolici piani di dominio di queste persone (es. patto di stabilità, cessione di sovranità, etc..) sarebbero irrealizzabili.


Ma la paura cos'è?


Può essere definita come “un intenso turbamento misto a preoccupazione ed inquietudine per qualcosa di reale o di immaginario che è o sembra atto a produrre gravi danni o a costituire un pericolo attuale o futuro”.


Questo turbamento porta con sé alcune caratteristiche:


  • difficoltà di applicazione intellettiva;

  • fuga;

  • protezione istintiva del proprio corpo (cuore, viso, organi genitali);

  • ricerca di aiuto;

  • calo della temperatura corporea;

  • sudorazione;

  • aumento adrenalinico;

  • aumento dell'ansia.

E quali sono le caratteristiche che risultano utili a chi governa per poter ottenere acquiescenza per le loro malefatte?



Difficoltà di applicazione intellettiva

Questa caratteristica indica che in presenza di paura tendiamo a non ragionare, ed a non avere un approccio logico alla situazione, con la conseguenza che non riusciamo a capire se la situazione è minacciosa.



Ricerca di aiuto

Con la capacità di ragionamento ridotta e lo stato di “emergenza” per un pericolo (reale o immaginario), la persona in preda alla paura cercherà un supporto per uscire da questa situazione. Come aiuto accetterà qualunque cosa purché la rassicuri. E' chiaro che anche un “aiuto” controproducente andrà bene purché riesca ad essere rassicurante (la persona in preda alla paura non è in grado di fare valutazioni, nemmeno sull'aiuto che gli è stato offerto).



Aumento dell'ansia

Stato emotivo spiacevole, accompagnato da senso di oppressione, eccitazione e timore di un male futuro, la cui caratteristica principale è la scomparsa o la notevole diminuzione del controllo volontario e razionale della personalità.



Tutto ciò cosa significa?

Quando siamo impauriti facciamo quello che ci dicono di fare senza riflettere!

Quale stato emotivo migliore potrebbe desiderare chi governa per compiere ciò che vuole?

Guardando la televisione è evidente che imperversa la crisi economica e gli stessi che l'hanno provocata alimentano la paura descrivendo scenari da apocalisse e rassicurando la popolazione che con le loro “medicine” tutto ciò sarà evitato. Basta soffermarsi un attimo, uscire dallo stato di paura indotto e riflettere, per capire che queste “medicine” sono in realtà “veleni” e chi li propone sono “assassini.”

Anche a voi sarà capitato di utilizzare la paura per manipolare qualcuno... rifletteteci bene.

Non vi è mai capitato di dire ad un bambino: “se non fai il bravo arriva l'uomo nero che ti porterà via”. Oppure “se non fai i compiti Babbo Natale non ti porterà niente”, e potremo trovare altri mille esempi.

Anche voi avete ricevuto queste “minacce”, solo che siete cresciuti e avete compreso che quelle cose che vi dicevano erano solo bugie. Ciò di cui non sospettate è che esistono bugie anche per i “grandi” e passiamo tutta la vita in stato di paura, facendo cosa gli altri ci dicono e rinunciando a vivere.

E' quindi giunta l'ora di cominciare a vivere abbandonando la paura.

“La paura ci intrappola, tenendoci impegnati altrove, anziché sul presente. Tutti vorremmo avere più tempo e meno paure, pur non capendo che invece di impiegare il tempo a desiderarne altro, dovremmo accontentarci e vivere di quello che abbiamo.” [Seneca]

Claudio & Dania